Prestiti senza busta paga per nuova attività

La rovinosa crisi, che ha colpito l’economia globale negli ultimi tempi, ha portato essenzialmente ad un’ instabilità costante. Le persone senza un lavoro fisso e quindi senza una valida busta paga non fanno più parte di una cerchia ristretta come poteva essere un tempo.
Ciò non esclude che ora anche questa fascia di clienti possano richiedere un prestito per una startup, e fondamentalmente grazie ad un’idea valida e ad un’accurata presentazione, possano ricevere fondi per avviare l’impresa in maniera facile e veloce.

Principalmente esistono due vie parallele da seguire per poter ottenere un prestito iniziale per avviare una nuova attività, in questo articolo cercheremo di descrivere i passaggi necessari per ottenere i fondi di cui si necessita.

Successivamente tratteremo altre forme di credito possibile per ottenere finanziamenti volti all’apertura di attività.

Startup e business plan

Con il termine startup si intende la fase iniziale delle attività di una nuova impresa, in questa fase ovviamente si avrà bisogno di fondi a volte anche piuttosto importanti. Se non si hanno fondi in proprio si potrà comunque ricorrere ai finanziamenti dedicati.

Prima di aprire nuove imprese è sempre opportuno fare una serie di considerazioni preventive, non solo per poter avviare l’attività in maniera corretta ma anche e soprattutto per poter richiedere dei fondi e vedere la propria richiesta di prestito accettata. Quindi il business plan da redigere prevederà un prospetto dei costi che ci sono da affrontare, e degli eventuali guadagni. Più sarà dettagliato e studiato nei minimi particolari il business plan e più possibilità si avranno di erogazione dei fondi.

Tipologie di prestiti per startup

Come già accennato, i finanziamenti alle imprese in fase di apertura sono concessi principalmente in due modi distinti (vedremo più avanti anche altre opzioni meno note):

  • L’erogazione da parte di banche o enti finanziari
  • L’erogazione di fondi pubblici (soprattutto i fondi dell’Unione Europea messi in gioco proprio per favorire la crescita delle piccole realtà imprenditoriali)

Le aziende neonate possono indirizzarsi anche su un tipo di finanziamento privato. Sfruttando le varie piattaforme di crowfunding e quelle di social lending. In entrambi i casi l’accesso a queste piattaforme è gratuito e basta registrarsi, non è necessario versare denaro in anticipo e i gestori trattengono una percentuale sulle somme raccolte (se previsto).

Per quanto riguarda i fondi pubblici, le aziende possono accedervi tramite i bandi pubblici proposti da Comuni, Regioni, Amministrazioni Statali o quelli dell’Unione Europea. Le richieste per accedere a questo tipo di bandi solitamente si trovano sui portali web delle istituzioni, e compilando la domanda con gli allegati del caso richiesti si avvia la procedura.

In questo caso il finanziamento pubblico più ambito sicuramente è quello a fondo perduto, che viene erogato per investimenti sia materiali che immateriali, e come dice il nome, non prevedono la restituzione della somma finanziata.

Le banche o gli enti finanziari si sono tenuti al passo con i tempi. Laddove non si riesca a rientrare nei finanziamenti pubblici, la soluzione è indirizzarsi verso le offerte presentate da questi istituti.

Ovviamente abbiamo un ampio ventaglio di possibilità di forme di credito offerte, che si modificano anche in base al tipo di attività che si va ad aprire e al business plan presentato. Per accedere ai prestiti per startup sarà necessario presentare anche delle solide garanzie personali, o garanzie date dalle ipoteche su beni mobili e immobili. In questo modo ovviamente la banca ha una sicurezza maggiore verso il cliento cui eroga il prestito.

Tra le garanzie più comuni richieste troviamo anche il reddito di un parente amico, ovvero il cosiddetto garante che si impegnerà ad assicurare il pagamento in caso di impossibilità del richiedente prestito.

Un’altra garanzia può essere rappresentata dagli introiti che vengono generati dall’affitto di un immobile di proprietà, o ancora da rendite finanziarie vincolate o, in caso di donna separata, dall’assegno di mantenimento erogato dall’ex marito.

Prestito d’onore e Invitalia

Una soluzione a cui nessuno pensa solitamente è quella del prestito d’onore. Generalmente quando ci si riferisce a quest’ultimo, lo si associa sempre ad un finanziamento finalizzato ad attività di studio. Tuttavia non è esattamente così restrittivo, il prestito in questione può infatti permettere di aprire un’attività e fornire le cifre iniziali con tassi agevolati.

Al momento Invitalia (Agenzia Nazionale per l’Attrazione d’Investimento e lo Sviluppo d’Impresa S.p.A.) ha promosso un progetto che si prende cura delle nuove imprese.  “Nuove imprese a tasso zero” è il progetto in questione ed ha l’obiettivo di favorire lo sviluppo di nuove attività commerciali e non solo.
Le categorie di clienti ai quali si rivolgono i finanziamenti offerti da Invitalia per l’apertura di nuovi negozi e altre attività sono quelle dei giovani e delle donne. Dunque il requisito fondamentale che viene richiesto è che l’impresa che si vuole costituire debba necessariamente essere composta in prevalenza da donne oppure da giovani in età compresa tra i 18 e i 35 anni.

Questo tipo di finanziamento è indirizzato a clienti senza stipendio o disoccupati che abbiano compiuto 18 anni e siano residenti in Italia da almeno 6 mesi.  Prevede tassativamente che il richiedente non sia già impegnato in alcuna attività, lavoro, corso o tirocinio che sia. Permette l’apertura di imprese sia individuali sia societarie.

Non sono previsti requisiti economici: questo è un grande vantaggio soprattutto per quanto riguarda i giovani. Un altro vantaggio molto importante è che si tratta di un finanziamento a tasso zero. Dunque oltre ad essere un’ottima opportunità per tutti coloro che siano interessati ad aprire un’ attività, si tratta anche di un prestito estremamente conveniente.

Per quanto riguarda l’importo richiedibile, viene specificato come vengano finanziati progetti di spesa che arrivano addirittura fino a 1,5 milioni di euro. Della spesa totale Invitalia finanzia il 75%, mentre la restante parte dovrà essere cofinanziata dall’impresa, anche mediante finanziamenti bancari.

Per richiederlo in primo luogo sarà necessario inviare la domanda con il business plan a Invitalia, nel momento in cui la richiesta venga approvata la risposta arriverà entro i sei mesi, e nel caso di accettazione si procederà all’erogazione del denaro necessario.

Nuove tipologie di prestiti per startup

Negli ultimi anni, data la nascita di queste nuove realtà imprenditoriali e la mancanza di fondi iniziali, si sono sviluppate anche nuove tipologie di prestiti per startup.

  • Business Angel: si tratta di un investitore informale, un soggetto facoltoso che investe dei fondi su una nuova impresa in cambio di obbligazioni o capitale proprio. Perciò affidandoci a questo soggetto gli si concede una parte delle quote della startup.
  • Venture Capital: riguarda l’apporto di capitale di rischio da parte di un investitore per finanziare la nascita dell’impresa. Imprese particolari che nascono in determinati settori con un notevole potenziale di sviluppo.

I prestiti per startup permettono di raccogliere una discreta quantità di capitale iniziale, che andrà comunque affiancato allo spirito di iniziativa e all’imprenditorialità.

Non bisogna dimenticare che alcune categorie specifiche, come le imprese giovanili e femminili, possono godere di ulteriori agevolazioni che mirano ad incentivare la realizzazione di investimenti produttivi.

Nel caso di prestiti per le donne, a differenza dei prestiti giovanili, spesso non viene considerata l’età del richiedente. Sarà comunque importante presentare un disegno di progetto ben strutturato, il più dettagliato possibile.

Inoltre verranno richieste una serie di garanzie personali, che abbiamo già citato. La presenza di un garante in queste situazione è sicuramente un’ottima referenza da presentare per ottenere più agevolmente il prestito.

Microcredito

C’è un ulteriore ultima via da poter seguire nel momento in cui si necessita di fondi per avviare un’attività. Questa via porta dritta alla richiesta del Microcredito, che viene elargito dall’Ente Nazionale per il Microcredito. Si tratta di un ente pubblico non economico che esercita importanti funzioni in materia di microcredito e microfinanza, a livello sia nazionale che internazionale.

Il massimo dell’importo concesso con microcredito è di 25.000 euro, estendibile a 35.000 euro.

I tassi d’interesse in questo caso sono molto bassi e si viene costantemente monitorati e seguiti dall’Ente. L’obiettivo è quello di tenere conto delle esigenze e risolvere i problemi di chi si trova ad iniziare una nuova attività o chi si trova in una situazione economica difficile.

In Italia a regolamentare l’accesso al microcredito è il Decreto MEF entrato in vigore il 16 dicembre 2014. Il Decreto prevede appunto che i microprestiti possano essere dati a:

  • Società di persone o associazioni di vario tipo, titolari di Partita IVA da non più di 5 anni e con massimo 10 dipendenti.
  • Lavoratori autonomi (liberi professionisti iscritti o non iscritti agli ordini) titolari di partita IVA da non più di 5 anni con un massimo di 5 dipendenti.
  • chi si trova in condizioni di vulnerabilità economica e sociale,

Per le prime due categorie l’importo massimo finanziabile è di 25mila euro (estendibile a 35mila euro se il prestito viene frazionato, se l’azienda negli ultimi sei mesi ha rimborsato regolarmente il prestito o se ha raggiunto determinati obiettivi intermedi che erano stati fissati all’inizio con chi concedeva il prestito). Quanto alle persone fisiche in condizioni di povertà, l’importo massimo è di 10mila euro.

Nei primi due casi si parla di microcredito d’impresa, che va a favorire il diritto all’iniziativa economica mentre nel caso di persona singola, si tratta di un microcredito sociale e si cerca di sostenere famiglie in crisi, ma anche di ricordare che è bene si attivino per migliorare la loro situazione perché appunto trattandosi di un prestito, devono restituirlo.

Per richiedere questo tipo di prestito basterà recarsi in una delle banche convenzionate con l’Ente Nazionale per il Microcredito e presentare la propria richiesta. Si verrà assistiti da un tutor di microcredito che constaterà se l’idea è realizzabile o meno, e seguirà il richiedente nelle varie fasi.
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